giovedì 24 maggio 2012

Illusion

Il treno che tarda, un pizzico di noia, uno sguardo inaspettato, due chiacchiere e un caffè.


Non ho visto niente di più, io.


Scambiare un pò di sé con uno sconosciuto e poi dirsi addio per sempre non è concepito dalle norme sociali di questo paese.


Eppure è così triste vedere occhi rivolti verso il basso, volti freddi e inespressivi, solitudini mascherate da un paio di cuffie di un ipod touch.


Cosa c'è di male in fin dei conti  nell'essere un pò ingenui?
Uscire per qualche minuto da ogni montatura scenica, presentarsi con il proprio vero nome ad esempio.


No, tutto deve avere uno scopo, deve rientrare in una qualche giustificazione, bizzarra semmai. Hanno molta fantasia gli uomini di questo mondo. Io a volte mi stanco di trovare una coerenza alle casualità cui sono soggetta. E questa è una condanna.


Incomprensioni irreparabili. Emozioni fraintese. Gente che ti aspetta sotto casa. In attesa di avere da te ciò che ha creduto di te, sbagliando.


Piuttosto che scartare l'illusione attorno al pacco-regalo si è disposti a vedere ciò che non esiste, a modellare la realtà con la forma predominante nella propria fantasia.


E' in questi momenti che mi vergogno di ciò che siamo.
L'universo e la stupidità umana, infinti.

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