venerdì 8 giugno 2012

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A volte ho il dubbio che tutto questo sia impossibile
Altre volte, senza dubbio, non lo è

Come si può giacere e dominare..
come se fosse un altro
qui al posto mio,
o un altro lì al posto suo?

Coesistere senza litigare:
utopia sconsiderata.
Vincere!..per non svanire.

L'incoerenza è la virtù dell'uomo.

giovedì 24 maggio 2012

Illusion

Il treno che tarda, un pizzico di noia, uno sguardo inaspettato, due chiacchiere e un caffè.


Non ho visto niente di più, io.


Scambiare un pò di sé con uno sconosciuto e poi dirsi addio per sempre non è concepito dalle norme sociali di questo paese.


Eppure è così triste vedere occhi rivolti verso il basso, volti freddi e inespressivi, solitudini mascherate da un paio di cuffie di un ipod touch.


Cosa c'è di male in fin dei conti  nell'essere un pò ingenui?
Uscire per qualche minuto da ogni montatura scenica, presentarsi con il proprio vero nome ad esempio.


No, tutto deve avere uno scopo, deve rientrare in una qualche giustificazione, bizzarra semmai. Hanno molta fantasia gli uomini di questo mondo. Io a volte mi stanco di trovare una coerenza alle casualità cui sono soggetta. E questa è una condanna.


Incomprensioni irreparabili. Emozioni fraintese. Gente che ti aspetta sotto casa. In attesa di avere da te ciò che ha creduto di te, sbagliando.


Piuttosto che scartare l'illusione attorno al pacco-regalo si è disposti a vedere ciò che non esiste, a modellare la realtà con la forma predominante nella propria fantasia.


E' in questi momenti che mi vergogno di ciò che siamo.
L'universo e la stupidità umana, infinti.

martedì 15 maggio 2012

Exit

Un vuoto, due pieni, è fatto..
..un atteggiamento.
Irresistibile.

Ecco arrivare come un cuscinetto
a circondarmi.

Mi lascio spostare di dieci centimetri sopra
ogni cellula.

Eccomi ancora, a strofinarmi il naso.
Con i soliti occhi di sempre.

Spleen

Chissà dov'è
se c'è
un posto
anche per me.

mercoledì 9 maggio 2012

Freiheit

Un cane abbandonato sul marciapiede. Lacrime non trattenute sul viso di una ragazza stanca. Rabbia per non essere riuscita a tenerle ferme dall'altra parte degli occhi. Vergogna mista a un lieve senso di libertà, insito nell'attività del piangere. Un pianto moderato, timido, inosservato.

Una zingara malata e obesa, ciabatte trovate in qualche cassonetto incapaci di contenere il gonfiore dei suoi piedi. 200 kg  (a occhio) di solitudine. Seduta su un sedile a due posti, con una coscia dentro e una fuori. Inizia a parlare della vita in un italiano misto a spagnolo, non si capisce bene ciò che dice, a parte  "La vita es muy schifosa" che fa da ritornello tra una strofa e un'altra.

Un uomo dall'alto del suo status sociale la guarda divertito senza l'accortezza di trattenere il riso. Nel frattempo s'intrattiene in una telefonata, una di quelle telefonate da noia, che assomigliano alla sigaretta alla fermata del bus.

Un ragazzo grassottello si immedesima tanto in lei da sentirsi rosso di vergogna e impacciato.

Una donna magra, bassa, saturniana, la guarda con aria di sdegno, e poi si guarda intorno per cercare consensi. Non appena incrocia il suo sguardo abbassa il proprio, per paura. 200 kg sono  pur sempre 200 kg!

Un ragazzo piacente cerca il mio sguardo appoggiato al palo di fianco al mio sedile. Mi volto nel lato finestrino, per non entrare nel noioso gioco fine a se stesso. Mi perdo nelle distese di asfalto.

Passerei del tempo, svariato tempo, seduta su un sedile monoposto di un qualsiasi atac. Indecisa se fare un altro giro o meno, arrivata alla mia fermata, scendo. Con passo leggero, occhi privi di aspettative, mente calma, apro il portone e salgo a casa.

lunedì 19 marzo 2012

Favola

Ogni mattina mia madre preparava la colazione e andava a lavoro. Io mi lavavo, mi vestivo, e andavo a lezione. Un giorno non ne avevo voglia, così uscita di casa ho preso un'altra strada e mi sono avventurata nel bosco. C'erano fiori di cui nessun professore mi aveva mai parlato. Ne ho raccolto uno di ogni colore e forma, ho costruito un mazzo così perfetto da sembrare vivo. I miei occhi brillavano di gioia a vederlo, così tanto da offuscare ogni altro pensiero. Persa nell'entusiasmo mi sono smarrita. Ho cercato qualcuno a cui chiedere informazioni, ma c'ero solo io. Ho frugato tra le tasche per cercare l'iphone, lo avevo dimenticato a casa. Il sole stava calando e il fresco soffio dell'imbrunire mi accarezzava la pelle irruento. Tutt'a un tratto mi sono ritrovata avvolta nel buio e nel gelo. I fiori tramutati in orribili occhi circondati di petali neri, i cinguiettii urla stridenti di corvi in agonia. Mi sono seduta disperata su una roccia, con gli occhi traboccanti di lacrime e terrore.

All'improvviso, una voce profonda, di provenienza ignota.

-Come sei arrivata qui? Non sai che questo bosco è privato?
-Mi sono persa. Mi dispiace aver invaso una proprietà privata, non l'ho fatto di proposito.

Una strana ombra apparve sul tronco dell'albero che avevo di fronte, rubando luce al mio viso.

-Voglio tornare a casa. Ti prego aiutami.
-Mi dispiace, chi entra non può più uscire se non per mano sua. Questa è la prima regola di questo bosco. Tuttavia se è la prima volta che vieni puoi uscire facilmente. Se ricordi ancora di avere una casa, la situazione non è molto grave.
-Chi sei? Posso guardarti? Sei gentile.
-Sono qui davanti. Non mi vedi?
-No, io vedo solo un'ombra.

Una spirale con forza mi ha inghiottita, ho guardato il bosco dissolversi gradualmente al centro di essa fino a diventare un punto lontano. Mi sono guardata intorno, mia madre preparava il caffè. Io ero seduta ad aspettare la colazione, con la borsa pronta per andare all'università.


...

Butterflies'Q.



venerdì 16 marzo 2012

Allo specchio

Occhi cupi accesi di mostruosità abbaglianti. Volti spigolosi a tenerti compagnia tra le lenzuola nel cuore di ogni notte. Urla che si scatenano silenziose appropriandosi di te con facilità, lasciando che tu ti accorga di loro solo al tornare del silenzio. Ecco i tuoi padroni, li guardi in faccia inorridito e sperduto durante preziosi attimi di lucidità. Mai lasciare la strada vecchia per la nuova, perchè al peggio non c'è mai fine, dicono. Segui i consigli di nonni mediocri per restare incatenato nella palude. Osa fiducioso se miri alla libertà.

Butterflies'Q.