lunedì 6 febbraio 2012

Part

-Provi a guardarsi, mi dica cosa la blocca.
-Non sarei qui se fossi in grado.
-Ok. Ha detto che le piace il pattinaggio, perchè non lo pratica?
-Perchè sono un principiante.
-E dal dentista, perchè non va?
-Beh vorrei avere i denti bianchi prima di andare.
-Ieri, perchè non è uscito di casa?
-Perchè sarei apparso ancor di più come un eremita, tra la gente.

-Mi perdoni ma questa curiosità ora deve togliermela: avendo ormai compreso quanto poco semplici siano i suoi meccanismi, mi spieghi, come ha fatto quel giorno ad arrivare qui, nel mio loft, dall'altra parte della città, senza un pizzico di esitazione?

-Non mi è mai stata posta domanda più banale, e mi creda avrei potuto aspettarmela da chiunque meno che da lei.

-Mi permetta, anzi permettimi, perchè questa recita non mi piace più. Chiunque avrebbe meno problemi a prendere un caffè in centro o a seguire una lezione di pianoforte piuttosto che a contattare un'emerita sconosciuta  trovata su un portale di annunci, alle 2 di notte raggiungerla e pagarla -in modo continuativo ormai- per renderla partecipe delle sue vergogne più intime giocando al gioco del dottore. Io non sono una psicanalista, mi spiace deluderti, e non me ne frega niente di tutti i tuoi complessi esistenziali, mi sei utile perchè mi paghi, non c'è altro. Spero sia chiaro. Tuttavia i tuoi soldi iniziano a farmi paura. Spiegami cosa stai cercando da me.

-C'è chi paga per vestiti su misura, chi per fare sesso, e io pago per farmi ascoltare. Ho pochi amici, li definisco intimi. Sono molto selettivo, sono indubbiamente i migliori. Mi conoscono così bene che quando apro bocca sanno già cosa ho intenzione di dire, hanno la nausea al solo pensiero che io continui il discorso. Non li condanno per questo, perchè succede lo stesso a me. E' naturale. Per il resto, sono circondato di conoscenze superficiali, con ognuna delle quali mi dipingo in modo da assecondare le aspettative di ognuno. Se solo conoscessero l'1 % di ciò che ho dentro, inorridirebbero, mi denuncerebbero, o chissà cos'altro. Uno studioso di psicologia avrebbe una risposta preconfezionata ad ogni piccolo scuotimento del mio volto, non assaporerebbe il dramma di ogni mia parola accuratamente disposta in modo tutt'altro che casuale nel mezzo delle mie frasi, nei suoi occhi leggerei solo l'attesa di potersi esibire pronunciando il proprio responso compreso di soluzione, come fosse un trofeo, una nuova conferma da mettere sulla bilancia che misura il suo livello di autostima professionale.
Ecco perchè ti voglio, volevi saperlo, spero tu non ti sia annoiata.
O rattristata.
Piangi?

-Mi dispiace. Non so cosa mi prende oggi. Probabilmente sono stressata.

-Non c'è bisogno di piangere, è sempre stato un altro dei miei sogni quello di ascoltare qualcuno che parli senza dover dimostrare qualcosa o la negazione del suo opposto, eheh. Vieni qui.
Cosa sono queste lacrime?

-Beh, sto piangendo perchè la verità è che ho bisogno di te più di quanto tu ne abbia di me. Eppure prendo i tuoi soldi e ti tratto male come se ti stessi offrendo qualcosa che mi pesa offrirti, o come se fossi uno sconosciuto.

-Oh, mi sorprendi. Cosa sarei io? E in cosa posso essere utile a una come te?

-Mi pesa ammetterlo ma, caro Joker -gradirei sapere il tuo nome-
In realtà quando ci vediamo, io parlo con me stessa. Quando rido di te, rido di me.
Quando mi sorprendo di te, mi sorprendo di me. Sono, sì, infantile, emotivamente disturbata, incoerente e tutto ciò che ho sempre criticato in te..eh già, non lo avrei mai detto nei panni di un mio conoscente, ma lo sono, e non lo accetto. Non voglio sentirne parlare da nessuna parte, neanche da me: ho adottato una censura degna di una dittatura mondiale, fissata lì su quel pezzo di cervello a forma di cestino che sembra porti scritta la citazione dantesca -Lasciate ogni speranza voi ch'entrate-. Beh c'è un piccolo inconveniente, mi piacerebbe che quel cestino fosse come quello di casa: lo butti via una volta a giorno e non lo vedi più. Oppure una specie di attrezzo distruttivo che riduce tutto in cenere, o ancora meglio, una sorta di macchina riciclatrice che trasforma rifiuti inutili in qualcosa di utile. Invece i miei avanzi sono tutti lì, compressi e scomodi, in uno scantinato interrato, ad urlare e scalpitare inascoltati, e appena c'è una fessura, una distrazione, bussano alla porta di casa con la resa dei conti in mano.

I suoi occhi mi fecero paura,si accesero all'improvviso di entusiasmo folle e esaltato.

-Dormi a casa di un vecchio pazzo stasera? Fai tu il prezzo.

Gran parte di me si raccolse in assemblea pronunciando note di dissenso. Infatti accettai immediatamente, prima di pensarci su.

-Si, andiamo. Dobbiamo concludere il lavoro che abbiamo interrotto. Inizia a fare  freddo qui.

Butterflies'Q.

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