mercoledì 15 febbraio 2012

Dipende, tutto dipende


Ieri ho incontrato un uomo che urlava, incitando alla rivoluzione, in piazzetta dell'Immacolata. Curiosa, ci ho scambiato due chiacchiere. Era tutto normale, nella sua testa. Vedeva cose che tutti gli altri non vedevano, tuttavia lui non si accorgeva di essere solo. Non si sentiva fuori luogo, nè frustrato, gli sguardi di disapprovazione si trasformavano per magia in sguardi di ammirazione e incitazione prima di essere trasmessi al suo cervello. L'esempio perfetto di uno definibile pazzo. Eppure, provandoci a mettere nei suoi panni, non ci sono incongruenze, niente che non va, tutto scorre alla perfezione e lui è lì a recitare la parte perfetta nel  mondo che appare ai suoi occhi.


Con un pizzico di invidia mista a compassione mi sono andata a sedere. Ho acceso una sigaretta. Mi si è avvicinata una ragazza e mi ha chiesto da accendere. Vestita di nero, capelli castani lisci, magrissima e bella. Mi si è seduta vicino lanciandomi un paio di volte occhiate sofferenti, come se avesse la certezza che io fossi dalla sua parte in quella che per lei era una giungla di predatori. Tutta focalizzata sugli sguardi dei passanti, si sentiva costantemente sotto i riflettori, fuori luogo, osservata in ogni dettaglio del suo esistere. Suppongo temesse persino di respirare in modo sbagliato. Con titubanza, finita la sigaretta, si è alzata e è andata via.


Non ha potuto fare a meno di colpirmi il dramma nascosto tra i suoi silenzi. Il pazzo lì di fronte continuava ad urlare entusiasta, e lei immagino sia scappata in qualche tana accomodante. Cos'hanno in comune questi due? Entrambi vedono cose che non esistono oggettivamente. Ma questo è ciò che accomuna tutti gli esseri umani. C'è chi ha occhi burloni, chi stravaganti, chi ordinari, in ogni caso chi avrebbe mai il coraggio di ammettere che una realtà sia più vera di un'altra? O siamo tutti pazzi o siamo tutti sani.

Butterflies'Q.


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