mercoledì 8 febbraio 2012

Incongruenze

Ho conosciuto un uomo che si definisce schiavo. Mi ha incuriosita, così siamo diventati amici. 
L'altroieri sono stata a casa sua.
-Vai in cucina, riempi un bicchiere d'acqua, e portamelo.-
La sua reazione per qualche attimo è stata di esitazione e smarrimento.
Nelle sue aspettative una padrona deve esigere tutt'altro. Graffi e torture, favori economici. Ma che padrona è una che è costretta a dover pretendere determinate cose per assecondare il desiderio del suo schiavo di sentirsi tale?
Io avevo sete e volevo un bicchiere d'acqua, punto.
Ha eseguito e mi ha guardata bere.
-Ordinami quello che vuoi. Sei arrabbiata? Frustami. Vuoi affetto? Baciami. Ti lavo, ti vesto, ti offro passaggi.  Ti convincerò del fatto che avere uno schiavetto personale è utile e divertente. Beh? Cosa aspetti? Cosa desideri?

-Non desidero niente che tu possa darmi, non mi servi al momento. Ti ordino di non chiedermi alcun ordine. Vai sul divano, sdraiati, guarda la tv, e lasciami in pace.

Divertita ma mantenendo con sforzo un'espressione severa, l'ho guardato obbedire alla mia richiesta, teso e confuso. I miei ordini erano inaspettati, sfuggivo al suo controllo e alle sue aspettative. Era sottomissione vera ora la sua e deduco fosse la prima volta che la assaggiasse realmente.

E' un sottile ribaltamento di ruoli. Chi gioca a fare lo schiavo in realtà ama il potere. La loro tattica è originale e ingannevole, tuttavia non indistruttibile.

Butterflies'Q.

Nessun commento:

Posta un commento